venerdì, Novembre 22, 2024
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ESPLORANDO IL MONDO DELLA SCRITTRICE MARINA MANCO

1. Qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione della famiglia Fierro e della loro bottega a San Gregorio Armeno?

Il testo di Alleria è nato dal desiderio di raccontare Napoli, dalla mia necessità di restituirle la sua reale essenza. Di trasportarla fuori dall’angusta dimensione di malavita e criminalità nella quale è da sempre relegata.

Volevo raccontarne l’alleria, quella pazienza imbevuta di ottimismo e tenacia intrisa nella cultura partenopea, nutrita da un sentimento di collettività, da quella percezione che dinanzi alle avversità non si è mai soli, confortati da una mano tesa sempre pronta a sorreggere. Ed evidenziare l’empatia di un popolo che a forza di batoste è diventato saggio, capace di sdrammatizzare con un sorriso e una battuta anche i momenti più bui.

Ho vissuto a Napoli per più di metà della mia vita e ho sperimentato la sua più alta forma di ricchezza: l’umanità.

Ed è esattamente quanto ho tentato di rappresentare attraverso la famiglia Fierro.

Volevo portare le persone nel cuore della città per questo ho ambientato Alleria in San Gregorio Armeno e volevo mostrarne il folklore, e la magia che permea ogni strada, ogni tradizione.

2. La figura di Nonna Anna è centrale nella trama. Cosa l’ha spinta a dare vita a un personaggio così ricco di saggezza e mistero?

Con il personaggio di Nonna Anna, con la sua personalità, intendevo incarnare lo spirito del quale è imbevuto un intero tessuto sociale. La tempra di un popolo forgiata dai dolori, dalla fatica, piena di crepe ma sempre ancorata ai propri costumi, alle tradizioni, a quei valori capaci di risolvere le complessità sbaragliandole con la calma e l’Alleria.

3. Il diario segreto e la bambola antica giocano un ruolo significativo nel romanzo. Cosa l’ha spinta a introdurre questi oggetti come elementi chiave della narrazione?

La bambola e un diario sono un po’ un simbolo di continuità tra passato e presente e mi hanno consentito di viaggiare nel tempo. E inoltre sono strumenti chiave per rievocare sentimenti ed emozioni profonde e autentiche attraverso le quali disegnare i personaggi. In particolare, la bambola mi ha permesso di riunire e raccontare che i legami profondi non possono evaporare.

4. La Napoli della guerra è uno sfondo importante per la storia. Quali sono state le sfide nella ricerca e nella rappresentazione di questo contesto storico?

Credo che ogni storia sia il prodotto inevitabile del contesto nel quale si sviluppa, per cui mi interessa sempre fornire un quadro abbastanza fedele del periodo storico. Mi sono documentata con interesse, attingendo informazioni da testi e soprattutto dalla voce di persone che avendo vissuto la guerra sono state in grado di introdurmi emotivamente nelle loro esperienze.

5. La complessità psicologica dei personaggi è notevole. Come ha lavorato per rendere i protagonisti così vividi e accessibili al pubblico?

Leggo molto, e di tutto, ma mi inquietano sempre i personaggi troppo distanti, quelli in grado di creare barriere, nei quali risulta complesso immedesimarsi; quindi, nel raccontare vicende e drammi complessi ho scelto la semplicità, l’immediatezza, puntando sulle emozioni. È attraverso il racconto dell’emotività dei protagonisti che ci si immedesima, che si riesce a vivere pienamente un personaggio, trasferendosi totalmente in quelle vicende  per il tempo del racconto.

6. Il tema dell’eredità e dell’enigma da decifrare è centrale nella trama. Come ha sviluppato questa parte della storia e cosa l’ha attratta in particolare?

Volevo che Alleria fosse un viaggio. Nella Napoli di oggi e di ieri.

L’eredità mi ha permesso un viaggio nel tempo, attraverso il quale ho provato a fotografare Napoli in differenti periodi storici, per raccontarne tutti i colori, la cultura, e per spiegare da dove origina quel senso di collettività. Per raccontare il dolore e la capacità di rialzarsi di un popolo capatosta, tenace e mosso da una forte senso di appartenenza, di condivisione. Gente capace durante la guerra, e nel corso delle famose Quattro giornate di Napoli di scacciare il nemico a mani nude, con la sola forza di volontà proprio perché condivisa da tutti. Un popolo devastato ma sempre ingegnoso perché capace di comprendere che nelle difficoltà solo uniti si vince.

L’enigma da risolvere è la chiave per condurre il lettore alla scoperta delle origini di Nonna Anna, svelato solo nel secondo volume. L’intenzione del viaggio è regalare al lettore delle lenti particolari, uno sguardo influenzato da una mentalità, una filosofia che a Napoli tutto muove per condurli tra le vie della città, ammaliandoli con le sue atmosfere magiche tra riti miti e leggende. E che con quelle lenti possano sbirciare tra gli anfratti cogliendone l’essenza più autentica.

7. Essendo lei stessa di Napoli, in che modo la sua esperienza personale ha influenzato la creazione del contesto e dei personaggi di “Alleria”?

Alleria esiste perché io sono napoletana.

La mia personalità è stata interamente forgiata dalla mia esperienza di vita a Napoli. E ogni personaggio riflette il mio sentire, la mia napoletanità.

Quando la vita mi ha condotto altrove, sperimentando altre usanze, ho preso coscienza del legame con la mia terra e ho realizzato quanto forte e profonda fosse l’eredità partenopea, i suoi riti, le abitudini, i suoni, i colori, le gestualità, la sua magia e la sua ricchezza culturale.

8. La poesia e il folklore napoletano sono elementi ricorrenti nel romanzo. Come ha bilanciato l’uso di queste tradizioni senza cadere nel cliché?

In realtà io ho fortemente voluto evidenziare di proposito ogni elemento tipico della napoletanità, perché sono convinta che in realtà ci sia sempre molta verità in ciò che qualcuno definisce luogo comune. Bandirli e virare solo sul degrado non mi sembra consenta una visione più veritiera. Ho esattamente desiderato rimarcarli smussando le inevitabili storture e restituendo loro autenticità. I presepi, ad esempio, sono storia sacra imbevuta di vita vissuta, parlarne significa celebrare i miti, i riti di questa terra. I pastorelli raccontano profondamente l’anima della gente affondando le radici nell’essenza profonda della città.

9. Qual è stata la sua parte preferita nel processo di scrittura di “Alleria” e perché?

Alleria è stato scritto in tempi diversi.

Tra l’altro il testo originale era molto più lungo. Per cui ho dovuto dividerlo in due volumi. Il secondo volume sarà pubblicato, spero, il prossimo anno.

La storia di Nonna Anna è di sicuro la parte del testo che preferisco, scritta durante la gravidanza della mia prima figlia. Ho avuto a disposizione molto tempo libero e ha contribuito alla realizzazione del testo uno stato di grazia prodotto dalla gestazione. Ero felicissima. Mi sentivo potente. E ho inevitabilmente trasferito sul personaggio di Nonna Anna questo mio stato d’animo.

10. In che modo spera che i lettori reagiscano alla storia e ai suoi personaggi?

Credo che il desiderio di qualunque scrittore sia emozionare i lettori. Mi auguro di riuscire a far vivere loro l’esperienza di un viaggio tra le vie di una città che non smette mai di stupire per coglierne l’essenza più autentica, e che nasca in ognuno di loro il desidero di visitarla con altri occhi.

Inoltre, vorrei regalare a chi la vive quotidianamente la consapevolezza che l’essere nati in questa terra sia una ricchezza, un dono, una forza.

11. Ci sono particolari messaggi o temi che spera emergano dalla lettura di “Alleria”?

In una società caratterizzata da individualismo e autonomia volevo rimarcare il valore dei legami.

Esplorando il rapporto profondo tra nonna e nipote, tra le sorelle e il legame ancestrale con la propria terra volevo mettere in risalto il valore profondo della condivisione che caratterizza la cultura partenopea e che oltre a rendere profondamente umani è la chiave ancora oggi per risolvere le complessità consentendo di sdrammatizzare con un umorismo gentile anche le disgrazie.

Inoltre, con il personaggio di Anna e Madda volevo omaggiare le donne, la tenacia che ci contraddistingue. Nel testo ho citato una frase di Hemingway:“ la vita spezza tutti, solo alcuni diventano forti nei punti spezzati”, e credo fermamente sia una dote molto comune nelle donne. Donne spesso spezzate dagli eventi, dalle circostanze, dalle responsabilità, ma sempre in grado di farne tesoro, di trovare il lato utile affinché ogni punto spezzato diventi monito, forza, tenacia di rialzarsi sempre e con sempre più grinta rinascere.

12. Cosa l’ha spinta a esplorare la luce e la speranza anche nei momenti più bui della narrazione?

Sono convinta che dinanzi alle avversità della vita l’unica differenza la facciamo noi. Come affrontiamo le cadute e come ci rialziamo. Desideravo infondere la speranza che se si affronta la vita con tenacia e con “ Alleria”,  quella pazienza imbevuta di ottimismo,  senza mollare dinanzi alle avversità, anche i temporali peggiori sembreranno solo una pioggerella sottile.

13. Quali sono i suoi progetti per il futuro? 

Ho in programma la pubblicazione del secondo volume di Alleria.

Ho inoltre scritto un altro libro ambientato sempre a Napoli, ma il tema trattato è completamente differente.

È la storia di una giovane ballerina del San Carlo che a causa di un trauma fa scelte importanti e cambia completamente vita.

È un testo che affronta tematiche molto serie, che emergeranno con diversi colpi di scena ma che per non fare spoiler purtroppo non posso svelare.

14. Dove è possibile acquistare il suo libro”Alleria”?

In tutti gli store online: Amazon, Feltrinelli, IBS etc.. e ordinandolo in libreria.

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