La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha ufficializzato la nomina di Gennaro “Ringhio” Gattuso come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale. L’ex centrocampista del Milan e Campione del Mondo 2006 prende il posto di Luciano Spalletti, con l’obiettivo di ridare entusiasmo a un’Italia in crisi di risultati e d’identità.
Un figlio dell’azzurro
Nato il 9 gennaio 1978 a Corigliano Calabro, Gattuso ha fatto del temperamento e dell’attaccamento alla maglia le sue cifre distintive, dentro e fuori dal campo. Cresciuto calcisticamente nel Perugia, ha poi giocato in Scozia con i Rangers prima di rientrare in Italia con la Salernitana. Ma è con la maglia del Milan, indossata dal 1999 al 2012, che è diventato leggenda: due Champions League, due Scudetti, una Coppa Italia e una Coppa del Mondo per Club sono solo alcuni dei trofei conquistati con i rossoneri.
In Nazionale ha collezionato 73 presenze e un gol, contribuendo da protagonista alla vittoria del Mondiale 2006 in Germania.
La seconda vita in panchina
Appesi gli scarpini al chiodo, Gattuso si è reinventato allenatore. Ha mosso i primi passi in Svizzera, come player-manager del Sion, prima di passare per Palermo, OFI Creta e Pisa, con cui ha ottenuto una storica promozione in Serie B. Nel 2017 è tornato al Milan, questa volta come tecnico, rimanendo in panchina per due stagioni.
Nel 2019 è approdato al Napoli, con cui ha vinto la Coppa Italia 2020. Seguono brevi esperienze, spesso complicate, tra Fiorentina (mai ufficialmente allenata), Valencia e Marsiglia. Nell’estate del 2024 approda all’Hajduk Spalato, in Croazia, guidandolo fino al terzo posto prima di liberarsi a giugno 2025.
Ora tocca all’Italia
La scelta della FIGC è caduta su di lui per la forte identità azzurra che incarna. Come ha dichiarato il presidente Gabriele Gravina: “Gattuso è un simbolo del nostro calcio. L’azzurro è come una seconda pelle per lui”. Altrettanto entusiasta Gianluigi Buffon, oggi in Federazione: “È la scelta più coerente possibile”.
Il debutto ufficiale è previsto per il 5 settembre contro l’Estonia, seguito dalla sfida contro Israele l’8. L’Italia è attualmente terza nel suo girone di qualificazione mondiale: il primo obiettivo di Gattuso sarà riportarla in corsa per un posto al Mondiale 2026, dopo le dolorose assenze del 2018 e del 2022.
Stile Gattuso: cuore e responsabilità
L’ex mediano non ha mai fatto mistero del suo approccio “sanguigno” al calcio. In conferenza stampa ha affermato: “Non prometto miracoli, ma lavoro, disciplina e spirito di squadra. Chi indossa questa maglia deve sapere cosa rappresenta”.
Una frase che ben riassume la filosofia di un uomo che ha fatto della determinazione e della lealtà sportiva la sua firma inconfondibile. Il popolo italiano chiede riscatto, e ora guarda a Gattuso con speranza. Perché se è vero che “l’Italia si ama e si soffre”, Gattuso ha già dimostrato di essere pronto a farlo, ancora una volta.